venerdì 1 febbraio 2013

Dissidenti Sel aderiscono a Rivoluzione Civile


SPARANO MERDA E PUR SI CRESCE


Rivoluzione civile continua a crescere, a consolidarsi, a radicarsi sul territorio. La lista di Antonio Ingroia da oggi può contare sull’adesione di alcuni “dissidenti” di Sel, il partito di Vendola, abbandonato perché la democrazia politica “non va solo narrata, ma anche praticata”. In un’affollata conferenza stampa alla Camera dei deputati, alla presenza di Antonio Ingroia e Leoluca Orlando, gli esponenti di Sel provenienti “dai territori” (Sicilia, Sardegna, Campania, Puglia, Lazio) hanno spiegato le ragioni per cui hanno lasciato un partito “subalterno al Pd dalemizzato e ai suoi apparati”, come lo definisce il sindaco di Palermo. Presente anche l’ex deputato Alfonso Gianni, stretto collaboratore di Bertinotti, che aveva lasciato Rifondazione comunista per seguire Nichi Vendola.
Il primo a prendere la parola è stato Francesco Cantafia, ormai ex coordinatore siciliano di Sel, che non ha risparmiato critiche a Vendola: “In Sel le ambizioni personali hanno preso il sopravvento, si è privilegiato una sorta di cerchio magico”. Critiche anche dalla Sardegna, dall’Ogliastra in particolare. Se ne fa portavoce Rosario Agostaro, che ha tenuto a precisare: “Non siamo noi che ci stiamo spostando, è Sel che si è mossa”. A coordinare tutti i gruppi di dissidenti sul territorio nazionale, Saverio Cipriano. Che accusa: “Le primarie sono state finte, sono servite ad aggregare solo un futuro gruppo parlamentare obbediente”. Per tutti loro, Ingroia porta un valore aggiunto nella politica italiana: l’etica.
Il leader di Rivoluzione civile non ha nascosto l’emozione: “E’ un momento importante nella nostra piccola-grande storia. Rivoluzione civile è una casa aperta a tutti coloro che credono nella politica pulita, coerente, trasparente. La nostra non è una campagna acquisti – ha concluso Ingroia – per noi la politica non è una rissa, ma tutti, compreso Vendola, devono assumersi la responsabilità delle proprie scelte politiche. Come quella di usare la coalizione col Pd come un taxi per entrare in Parlamento”


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