Dopo il presidio e le denunce, un articolo sul Messaggero di oggi sulle condizioni di lavoro della Roma Tpl Scarl
giovedì 31 gennaio 2013
martedì 29 gennaio 2013
Tpl Scarl,
Si è svolto questo pomeriggio davanti alla rimessa della Roma Tpl Scarl
di Maglianella un presidio per denunciare le condizioni di lavoro dei
dipendenti di questa azienda.
Insieme ai lavoratori e alla sezione
Trasporti della FdS di Roma, Fabio Nobile, candidato di Rivoluzione
Civile per la Regione Lazio.
“I dipendenti della Roma Tpl Scarl,
società privata che gestisce un numero considerevole di linee dell’Atac,
sono costretti a lavorare in condizioni fuori da ogni regola sia per
quanto riguarda la sicurezza nei luoghi di lavoro sia per quanto
riguarda la normale erogazione degli stipendi” – dichiara Fabio Nobile.
“A causa degli interminabili lavori all’interno della Rimessa di
Maglianella, che compromettono il regolare svolgimento delle mansioni,
si è costretti a parcheggiare una parte degli autobus di proprietà del
Comune di Roma in un’area di terzi, completamente fuori norma, senza
impianto antincendio e vigilanza. Le cose non migliorano – prosegue-
superati i cancelli della rimessa visto che i capolinea di molte linee
gestite dalla Roma Tpl Scarl sono sprovvisti di servizi igienici
aziendali”. “Inoltre –continua Nobile- basta dare un’occhiata alla
durata dei turni di lavoro dei dipendenti per capire che non vi è alcun
rispetto delle normative contrattuali: quasi il 40% dei turni di lavoro
degli autisti arrivano a 8 ore e 45 minuti di guida continuata e, in
certi casi, superano le 9 ore consecutive. E proprio la Roma Tpl, che
chiede l’impossibile ai lavoratori, da un anno e mezzo paga con
sistematico ritardo gli stipendi ed eroga con altrettanto ritardo i
buoni pasto”.
“Dopo le denunce dei lavoratori, che non sembrano aver sortito alcunché, ho inviato un esposto alla Asl competente e all’Ispettorato del lavoro chiedendo che venga verificata urgentemente l’agibilità dei luoghi di lavoro e venga imposto il rispetto delle normativa contrattuali”.
“Dopo le denunce dei lavoratori, che non sembrano aver sortito alcunché, ho inviato un esposto alla Asl competente e all’Ispettorato del lavoro chiedendo che venga verificata urgentemente l’agibilità dei luoghi di lavoro e venga imposto il rispetto delle normativa contrattuali”.
venerdì 25 gennaio 2013
MPS ......Monti Redicolo
"Il governo dei banchieri e la sua maggioranza hanno aiutato le banche e
bastonato gli onesti cittadini.
Ormai e’ chiaro a tutti. Se il senatore
Monti assolve il suo esecutivo da ogni responsabilita’, nella torbida
vicenda dell’Mps, diventa poco credibile per non dire ridicolo. Lo
scandalo dei 3,9 mld di euro che corrispondono ai soldi prelevati dalle
tasche degli italiani per la prima rata dell’Imu, ha fatto tante
vittime: i cittadini, che con i loro soldi sono costretti a finanziare i
prestiti alle banche, i piccoli risparmiatori e anche i lavoratori del
Monte Paschi di Siena, ingannati dai loro vertici.
Per il resto nessuno è innocente. Il governo ha chiuso gli occhi
invece di vigilare. I politici della maggioranza che hanno sostenuto
Monti, Pd, Pdl e Udc, hanno permesso e coperto tutto per difendere i
propri interessi, non certo quelli dei soggetti deboli. I banchieri,
nonostante la crisi tremenda da loro provocata, hanno continuato ad
azzardare operazioni folli, a spese degli Stati e dei cittadini.
E’ ora di capire che il nodo dei controlli sulla finanza è
un’emergenza paragonabile al morbo dell’economia criminale. Ma non si
troverà una soluzione finche’ certa politica continuerà a fare muro ,
scaricando su qualcun altro le proprie colpe, come stanno facendo tutti
in queste ore.
Rivoluzione Civile non ci sta, vuole governare per dar vita ad un
sistema alternativo, con regole certe e trasparenti a favore dei
cittadini e non degli speculatori e della finanza. Questo rientra nel
programma di riequilibrio e di redistribuzione delle ricchezze".
Antonio Ingroia
COMPASS GROUP ITALIA
COMPASS GROUP ITALIA
il 25 gennaio sciopero nazionale
dei dipendenti dei settori Turismo Ristorazione Collettiva
Pulizie/Multiservizi e Commercio
È stato indetto dalle organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Uiltucs Uil e Uiltrasporti lo sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori Compass group in seguito alla procedura di licenziamento collettivo per 824 persone avviata dall’azienda e conclusasi con un mancato accordo, lo scorso dicembre.
“L’indisponibilità di Compass Group Italia a trovare soluzioni condivise finalizzate alla tutela dell’occupazione” affermano le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Uiltucs Uil e Uiltrasporti “lascia il personale coinvolto dalla procedura di licenziamento senza alcuna rete di protezione.”
Compass group, infatti, non ha mai illustrato il proprio bilancio né ha presentato un piano industriale e di rilancio e ha voluto procedere unilateralmente nella quantificazione e nell’individuazione degli esuberi, senza accettare alcuna proposta sindacale.
“La conclusione negativa del confronto presso il ministero del lavoro è responsabilità della Compass Group Italia” affermano i sindacati, “l’azienda non ha fornito né al sindacato né alla stesso ministero i dati precisi e verificabili necessari per attivare gli ammortizzatori sociali; cercando di imporre unilateralmente gli esuberi, le figure professionali e gli strumenti da utilizzare.”
Questa situazione lascia tantissime lavoratrici e lavoratori senza certezze circa l’occupazione e il reddito, e i primi licenziamenti sono già stati effettuati.
Le Organizzazioni Sindacali, nell’ambito dello stato di agitazione già da tempo proclamato, hanno quindi dichiarato il blocco delle prestazioni supplementari e straordinarie e lo sciopero nazionale per venerdì 25 gennaio 2013, occasione in cui si svolgerà la manifestazione nazionale a Milano davanti la sede di Compass Group Italia a partire dalle ore 10.00.
Alle 11.30 nel corso della manifestazione si terrà una conferenza stampa.
FILCAMS-Cgil
Federazione lavoratori
commercio turismo servizi
UFFICIO STAMPA
http://www.filcams.cgil.it
Lettera di Ingroia alla CGIL
Care
amiche e amici della Cgil, vi scrivo per riassumere ciò che avrei detto
se fossi stato invitato ad intervenire alla vostra conferenza sul
programma, al pari degli altri candidati per la Presidenza del
Consiglio. Rivoluzione Civile – Lista Ingroia – ha ben chiaro chi sono
gli avversari da battere con il voto: Berlusconi,
cioè la destra caciarona e impresentabile, e Mario Monti,
rappresentante numero uno di quei professori in loden che hanno deciso
la drammatica controriforma delle pensioni. Quella ‘destra perbene’ ha
colpito in maniera pesantissima tutti i lavoratori e i pensionati, ma
soprattutto le donne, ha creato la tragedia sociale degli esodati, ha
cancellato l'art.18 ha confermato e aggravato tutte le forme di
precariato.
In compenso, non ha saputo mettere in campo alcun intervento
che incidesse sulle fasce privilegiate, sulla Casta politica, sugli
immensi sprechi ben esemplificati dalle auto blu o dalla pletora di
consigli d'amministrazione clientelari. Soprattutto, non ha fatto nulla,
zero assoluto, quanto a politiche industriali di ampio respiro.
Invece
mai come in questo momento, nel cuore della crisi, è urgente che ci sia
un governo capace di offrire al Paese un indirizzo lungimirante sui
settori strategici. Sui capitoli da cui dipende la qualità
della vita e il futuro del Paese - sanità, scuola, università, ricerca –
la continuità tra i governi Berlusconi e Monti è totale. Continuano i
tagli lineari, le privatizzazioni striscianti, la totale precarietà. In
questa plumbea cornice si sono moltiplicati attacchi sempre più profondi
contro i diritti e le libertà dei lavoratori. Siamo di fronte a un
assedio che sta progressivamente riportando la condizione dei lavoratori
e lo stato delle relazioni industriali indietro di un secolo e oltre.
Il punto fondamentale, per me e per il mio programma politico, è invece
la piena e totale applicazione della Costituzione repubblicana nata
dalla Resistenza, prima di tutto in materia di libertà civili e
sindacali.
Ritengo fondamentale e imprescindibile la libertà per i
lavoratori di votare sempre gli accordi che li riguardano, di votare
sempre i propri rappresentanti e di potersi iscrivere liberamente al
sindacato che vogliono.
La storia della Cgil è stata attraversata da
discriminazioni e persecuzioni, ma alla fine ha saputo sempre
sconfiggerle. Ha combattuto il regime fascista, ha ricostruito l’Italia
con la spinta di Giuseppe Di Vittorio, ha emancipato la dignità di chi
lavora con Bruno Trentin, ha battuto Berlusconi quando Sergio Cofferati
vinse la battaglia per impedire la cancellazione dell’art. 18.
Quelli
che allora erano in piazza con voi e con noi, hanno votato oggi, senza
batter ciglio, quell'eliminazione dell’art. 18 che non era riuscita 10
anni fa.
È dunque per me un impegno di grande valore
democratico quello di assumere nel nostro programma l’approvazione di
una legge per la democrazia e la rappresentanza nei luoghi di lavoro e
la cancellazione delle leggi Fornero sui licenziamenti e sulle pensioni.
Ci impegniamo – prosegue la lettera – a combattere la precarietà
cancellando le oltre 40 forme di contratto precario per i giovani
considerando l’apprendistato come il vero contratto di inizio lavoro.
Riteniamo utile, in questa fase di transizione, garantire un reddito
minimo almeno per i periodi di vuoto retributivo e previdenziale. Oggi,
come anche i dati della Cgil dimostrano, è possibile una scelta
alternativa a quella di Berlusconi e Monti. Noi lavoriamo per questo:
per un governo di centrosinistra che rompa con le logiche monetariste
del fiscal compact, con quelle devastanti della guerra e degli
armamenti, con un modello di sviluppo che distrugge l’ambiente e la
salute dei cittadini mentre ignora i diritti umani fondamentali.
Tutto
questo, però, non può essere fatto a braccetto con chi quei modelli
sciagurati li ha teorizzati, perseguiti e praticati, come Berlusconi e
Monti.
Proprio perché noi siamo disponibili alla costruzione di
questa alternativa di governo, ma siamo altrettanto fermamente
indisponibili a ogni accordo con chi persegue politiche opposte alle
nostre, Rivoluzione Civile rappresenta oggi il vero voto utile per
impedire che si realizzi il progetto sciagurato, già annunciato e temo
per molti versi già deciso, di un governo Pd-Monti.Non è
questione di pregiudiziali ideologiche ma di scelte pragmatiche e
concrete. Noi lavoriamo per l’unità del mondo del lavoro: la destra di
Berlusconi e Monti si è adoperata e promette di adoperarsi ancor più in
futuro per dividere e per isolare le forze sindacali che non accettano
le loro condizioni. La destra italiana ha usato la crisi per distruggere
il Contratto Nazionale, abolire l'art. 18, cancellare i diritti minimi
per i giovani, abbattere le libertà dentro e fuori i luoghi di lavoro.
Noi vogliamo marciare in direzione opposta. E l’autonomia dei sindacati
dai partiti e dai governi è un valore da conquistare e da rispettare.
Di
tutto questo mi sarebbe piaciuto discutere con voi, ma sono sicuro che
non mancheranno altre occasioni di incontro con i pensionati e poi nelle
scuole, negli ospedali, nelle fabbriche, dove ogni giorno lavorate
garantendo il funzionamento dell’Italia. L'obiettivo comune è quello di
restituire al lavoro tutto il valore, tutta la dignità e tutta la
libertà necessaria per portare il Paese fuori dalle secche della
recessione e della depressione”.
giovedì 24 gennaio 2013
Giusto per saperne di più...!!!!!
Pierluigi
Bersani questa mattina ad Agorà ha dichiarato di “non avere in agenda
in numero di Antonio Ingroia”. Eppure il 22 dicembre scorso alle 8.59
Ingroia gli aveva inviato questo sms:
“Caro onorevole Bersani, sono Antonio Ingroia. Questo è il mio nuovo numero. L’ho cercata al telefono ma non mi ha risposto. Avrei bisogno di parlarle se avesse l’opportunità di farlo. Cordiali saluti, Antonio Ingroia”. La risposta non è mai arrivata.
La prova l’ha pubblicata su Twitter questa mattina Ingroia stesso: la foto del messaggio accompagnata dal commento :”Bersani, non hai il mio numero di cellulare, ma gli sms li leggi?”
“Caro onorevole Bersani, sono Antonio Ingroia. Questo è il mio nuovo numero. L’ho cercata al telefono ma non mi ha risposto. Avrei bisogno di parlarle se avesse l’opportunità di farlo. Cordiali saluti, Antonio Ingroia”. La risposta non è mai arrivata.
La prova l’ha pubblicata su Twitter questa mattina Ingroia stesso: la foto del messaggio accompagnata dal commento :”Bersani, non hai il mio numero di cellulare, ma gli sms li leggi?”
mercoledì 23 gennaio 2013
Giorgio Cremaschi: "Conferenza CGIL o spot elettorale?"
La CGIL...Si schiera...?????
"Nel
direttivo della Cgil ho espresso profondo dissenso sulle modalità della
conferenza sul lavoro della CGIL prevista per il fine settimana.Abbiamo
infatti appreso in direttivo che un ruolo centrale nella conferenza
l'avranno Bersani e Vendola. Alla richiesta di estendere gli inviti a
tutti i candidati premier della sinistra e di garantire una maggiore
indipendenza della conferenza dalla campagna elettorale del
centrosinistra, la segreteria ha evitato il confronto e la presidenza si
è rifiutata di far votare su questa scelta.Se a questo si aggiunge
il ruolo nella conferenza di Giuliano Amato, autore del disastroso
accordo del '92 ,pensionato di platino e candidato di settori del PD
alla presidenza della Repubblica, ne vien fuori uno sfacciato spot
elettorale che danneggia profondamente ruolo ed immagine della CGIL nel
mondo del lavoro".E chi nella Fds attaccava sempre Cremaschi e difendeva Patta e la Camusso dovrebbe ora solo vergognarsi !!!!!!!
Di Leonardo Masella
martedì 22 gennaio 2013
Fiorella Mannoia "Rivoluzione Civile, io ci sto..!!!"
Fiorella Mannoia non ha certo bisogno di presentazioni. La sua voce ha interpretato le più belle canzoni d’autore della musica italiana.
Questa straordinaria cantante ha da subito sostenuto il progetto di Rivoluzione Civile. In questo video, Fiorella Mannoia ha presentato la sua idea di rivoluzione e i valori da cui l’Italia deve ripartire.
“La Rivoluzione – dice – assume un
significato più profondo che riguarda il comportamento di ognuno di
noi”. Questa è l’idea da cui parte Rivoluzione Civile: ogni cittadino può esser partecipe
dell’iniziative per rivoluzionare l’Italia ancorandola ai principi
della legalità, dell’educazione, dall’economia sostenibile per costruire
il futuro dei giovani italiani. Allora ecco l’elenco di quello che
oggi Fiorella Mannoia ritiene rivoluzionario. Traiamone ispirazione e condividiamolo.
lunedì 21 gennaio 2013
Rivoluzioniamo la Pace
Rivoluzione civile è portatrice di una cultura di pace fondata sulla giustizia e sui diritti umani. È questione di scelte: a partire dal taglio delle spese militari, compreso l’acquisto dei cacciabombardieri F35, per i quali l’Italia ha deciso di destinare 20 miliardi di euro. Il Parlamento che verrà fuori dalle elezioni del 24 e 25 febbraio potrà cambiare questa linea di investimenti, destinando tali risorse al lavoro, all’ambiente, alle politiche sociali e alla solidarietà internazionale.
In questi ultimi vent’anni si è parlato
tanto di guerra cercando sempre di edulcorarne il significato: guerra
giusta, guerra umanitaria, guerra preventiva, guerra al terrore, guerra
senza confini, guerra infinita. La guerra che da evento eccezionale
diventa fisiologica. La guerra, che vede sconfitti tutti, svuota la
politica, fa carta straccia della legalità internazionale e della
Costituzione italiana. Per la pace, va fatta una Rivoluzione civile. Non
va perso di vista il dettato della nostra Carta che nell’articolo 11 ha fissato come principio fondamentale il ripudio della guerra.
Dopo aver conosciuto l’orrore e le barbarie del secondo conflitto mondiale, l’Italia ha fatto una scelta politica netta a favore della pace.
È la stessa che fa Rivoluzione civile richiamandosi al dettato
costituzionale e chiedendo, nel rispetto di quello spirito, il ritiro
delle forze armate italiane impegnate nei teatri di guerra.
Va ribadita
inoltre la sovranità del Parlamento nelle scelte di politica
internazionale, a partire dall’intervento militare in Mali in cui il governo uscente, a camere sciolte, sta trascinando il nostro Paese.
“Invece di mettere l’elmetto – ha spiegato Flavio Lotti Coordinatore
nazionale del tavolo della pace e candidato alla Camera per Rivoluzione
Civile – l’Italia deve agire per la pace nell’interesse primario della
salvaguardia delle vite umane, nel solco della legalità e del diritto
internazionale dei diritti umani”.
Nel rispetto dell’articolo 11, va promossa la cooperazione fra gli Stati
che veda il nostro Paese protagonista di una politica di pace e
giustizia, in particolare all’interno della cornice dell’Unione europea.
Il dettato della Carta fondamentale è stato, infatti, il mezzo
attraverso il quale si sono realizzate l’integrazione europea e
l’adesione alle organizzazioni internazionali.
I conflitti in corso dimostrano tutta l’attualità delle scelte operate dai padri costituenti,
che indicarono il confronto come unico mezzo per promuovere la
risoluzione delle controversie internazionali. Ecco perché l’Italia deve
incoraggiare all’interno dell’Europa un’azione di pace e disarmo, che muova i primi passi dall’area del Mediterraneo.
domenica 20 gennaio 2013
«I preti coraggio disseminati per il Paese non fanno carriera»
Una carezza alla mafia. Per Antonio Ingroia i piani alti della Chiesa
cattolica hanno riservato alla criminalità organizzata un atteggiamento
se non di favore, di accondiscendenza. Con buona pace dei sacerdoti che
contro mafiosi, camorristi e 'ndranghetisti lottano ogni giorno.
«C'è stata una certa 'gentilezza' nei confronti della mafia da parte delle alte gerarchie ecclesiastiche», ha detto il candidato di Rivoluzione civile alle telecamere di Klauscondicio. «I tanti preti coraggio disseminati per il Paese», ha aggiunto, «hanno avuto difficoltà a fare carriera e ad entrare nelle alte sfere della Chiesa».
CALATA L'ATTENZIONE. Alla domanda su cosa consiglierebbe al Pontefice, Ingroia ha risposto: «Sarebbe meglio dirgli di leggersi cosa diceva Papa Wojtyla a proposito della mafia». «Non sono in grado di fare un processo alle intenzioni», ha precisato «ma dal punto di vista etico e politico, si tratta sicuramente di un fatto estremamente negativo, ed è la dimostrazione di quanto la lotta alla mafia sia ormai scivolata fuori dall'attenzione generale».
«C'è stata una certa 'gentilezza' nei confronti della mafia da parte delle alte gerarchie ecclesiastiche», ha detto il candidato di Rivoluzione civile alle telecamere di Klauscondicio. «I tanti preti coraggio disseminati per il Paese», ha aggiunto, «hanno avuto difficoltà a fare carriera e ad entrare nelle alte sfere della Chiesa».
CALATA L'ATTENZIONE. Alla domanda su cosa consiglierebbe al Pontefice, Ingroia ha risposto: «Sarebbe meglio dirgli di leggersi cosa diceva Papa Wojtyla a proposito della mafia». «Non sono in grado di fare un processo alle intenzioni», ha precisato «ma dal punto di vista etico e politico, si tratta sicuramente di un fatto estremamente negativo, ed è la dimostrazione di quanto la lotta alla mafia sia ormai scivolata fuori dall'attenzione generale».
sabato 19 gennaio 2013
L'imboscata di Lucia Annunziata ad Antonio Ingroia
Trovo francamente sempre più noiosa la politica in televisione, nel
proliferare - tanto più in periodo elettorale - di talk show, dibattiti,
confronti, interviste.
Trasmissioni noiose ma soprattutto inutili per
aiutare a comprendere la realtà del mondo e dell'Italia in cui viviamo e
ad identificare le possibili soluzioni ai nostri problemi.
Sono a
mio avviso molto più istruttivi e stimolanti gli articoli reperibili sul
web, i post dei blog (spero si possa dire altrettanto per almeno
qualcuno di quelli diffusi attraverso questo blog), le discussioni sui
social network.
Ho l'impressione che l'approccio con cui ci si pone
davanti al televisore di fronte alle trasmissioni politiche sia quello
del tifoso della propria squadra che vuole vedere i gol dei propri
beniamini e imprecare contro avversari/nemici e la disonestà
dell'arbitro/conduttore.
Lo stesso duo Travaglio-Santoro che pure
continuo ostinatamente a guardare sembra aver perso, venuta meno (?) la
minaccia berlusconiana, la capacità di rappresentare una voce 'altra'
nella palude del giornalismo televisivo nostrano.
Rispetto a
queste premesse il programma Leader di Lucia Annunziata di venerdì 18
gennaio credo che possa rappresentare un caso di scuola di
disinformazione e di giornalismo asservito alle ragioni del proprio
padrone politico, quello che Bruno Vespa definì l'editore di
riferimento, da far studiare agli studenti dei corsi di comunicazione
(se come esempio negativo o positivo dipende dal modo di intendere il
giornalismo, se come ricerca della verità o come arma di obnubilamento
delle menti).
Per boicottare lo spazio dovuto dalla
trasmissione, ai sensi della par conditio, ad Antonio Ingroia e alla sua
lista di Rivoluzione Civile e metterlo in difficoltà ed in cattiva luce
luce sono state usate tutte le possibili armi. Monologhi
interminabili dei giornalisti ospiti (ovviamente di Repubblica e La
Stampa), insieme ai servizi filmati, per togliere tempo e opportunità
per Ingroia e i suoi compagni di lista di esporre le proprie idee, le
proprie ragioni, per formulare le proprie risposte.
La voce di Grillo,
ripreso nel suo comizio in Puglia, come sottofondo di disturbo agli
interventi di Ingroia, l'inquadratura sapientemente manovrata dal
regista per distrarre il telespettatore mentre parlavano gli esponenti
di Rivoluzione Civile abbandonando il primo piano dell'oratore di turno e
andando su panoramiche dello studio e riprese esterne, la gazzarra
organizzata con la presenza in studio di Sallusti che accusa (!) Ingroia
di mancanza di etica e gli dà del mascalzone e del presidente della
municipalità di Scampia, persino l'operaio della Fiat di Pomigliano che
inneggia a Marchionne e inveisce contro la Fiom...
Onore al
merito a Salvatore Borsellino che l'Annunziata forse pensava sarebbe
stato utile alla delegittimazione di Rivoluzione Civile e che invece ha
confermato, dimostrando non solo onestà intellettuale ma anche grande
intelligenza non facendosi strumentalizzare, la propria stima e fiducia
personale in Ingroia pur contestando le modalità di formazione delle
liste di Rivoluzione Civile, cosa che fanno tutte le persone di buon
senso compresi gli elettori di Rivoluzione Civile stessa.
Imboscata organizzata oppure trasmissione sfuggita di mano alla conduttrice come riconosciuto dalla stessa Annunziata?
Per rispondere si guardi al curriculum professionale di Lucia
Annunziata.
Già editorialista di giornali come La Stampa e Repubblica
(il vero organo di stampa del PD), già direttrice del TG3 e Presidente
Rai in quota PD o come si chiamava all'epoca (esperienza di cui si
ricorda soprattutto il non aver mosso un dito di fronte all'epurazione
di Sabina Guzzanti e alla chiusura della sua trasmissione non gradita a
Berlusconi), attualmente direttrice di Huffington Post (sempre
partecipato dal gruppo Espresso-Repubblica), pagata dall'ENI in qualità
di Presidente del comitato editoriale di OIL, la rivista patinata
dell'Ente petrolifero, beneficiaria di una consulenza da 100.000 euro da
Telecom.
Non so quanto trasmissioni di questo tipo, vera tv spazzatura, possano influire sul voto degli italiani.
Per quanto mi riguarda l'imbarazzo di Antonio Ingroia di fronte al
mezzo televisivo non rappresenta una ragione per non votarlo (o abbiamo
tutti interiorizzato la filosofia berlusconiana dell'apparire?!).
La
squadra che lo accompagnava, esterna ai partiti che lo appoggiano – IDV,
Rifondazione Comunista, PDCI, Verdi – a me sembra assolutamente valida:
Ilaria Cucchi, Giovanni Favia, Vladimiro Giacché, Flavio Lotti della
Tavola della Pace, Gabriella Stramaccioni di Libera, Sandra Amurri
giornalista del Fatto Quotidiano, Stefano Leoni Presidente del WWF,
Franco La Torre, figlio di Pio, segretario del Pci ucciso dalla mafia.
Di certo appare sempre più che le uniche proposte alternative e, sia
pur con mille contraddizioni, antisistema di queste elezioni –
Rivoluzione Civile e Movimento Cinque Stelle – devono essere boicottate
dal mainstream informativo.
Maurizio Zaffarano
Finalmente chiuse le porte al PD
E' incredibile come Bersani si permetta di insegnare l'antiberlusconismo a Ingroia. Ricordo che i democratici sono stati a lungo la stampella di Berlusconi e cosi' sono stati il suo miglior alleato. I cittadini che hanno votato Pd in questi anni sono stati costantemente traditi: conflitti d'interesse, scudo fiscale e la lista potrebbe essere lunga.
Ogni volta sono riusciti a riprendere voti additando lo spauracchio
berlusconiano: questa volta non funzionerà.
Giovanni Favia
venerdì 18 gennaio 2013
martedì 15 gennaio 2013
DUE IMPORTANTISSIME INIZIATIVE CENTRALI A GENNAIO
Care compagne e cari compagni,
vi comunichiamo 2 importantissime iniziative CENTRALI per il mese di gennaio, per le quali chiediamo il massimo della mobilitazione delle Vostre sezioni e degli iscritti al Partito. Nei prossimi giorni verrete contattati telefonicamente dall'organizzazione della Federazione romana.
1) Domenica 20 gennaio dalle ore 9,30 alle ore 13 presso il cinema Farnese (piazza Campo de' Fiori), iniziativa pubblica organizzata come FDS di Roma in occasione dell'anniversario del 21 gennaio, data di fondazione del Partito Comunista d'Italia. All'iniziativa saranno presenti numerosi opsiti, tra cui le delegazioni dell'ambasciata di Cuba e Venezuela, nonché l'intervento di saluto di alcuni partiti comunisti europei. La sala presenta nr 300 posti da riempire. Le sezioni devono necessariamente mobilitare il proprio quadro attivo e tutti gli iscritti.
2) Venerdì 25 gennaio ore 20 cena al ristorante Biondo Tevere, Via Ostiense, 178.
Cena a sottoscrizione con menù pizza finalizzata alla campagna di raccolta fondi per il Partito romano per sostenere le prossime competizioni elettorali (politiche, regionali, comunali). La sottoscrizione è a partire da un minimo di € 20,00.
Chiediamo a tutti voi ovviamente di partecipare e di coinvolgere compagni, amici e simpatizzanti, comunicando in Federazione le vostre prenotazioni, il più presto possibile.
Come certamente capirete sono due momenti importantissimi per noi, la nostra visibilità, visti anche i tempi brevissimi di campagna elettorale, quindi vi chiediamo il massimo impegno nella partecipazione.
Fraterni saluti.
Antonio Baldo
Vi Aspettiamo Tutti
Carissime amiche e amici, compagne e compagni, domenica 20 gennaio dalle ore 9,30 alle ore 13 presso il cinema Farnese a Roma (piazza Campo de' Fiori), iniziativa pubblica organizzata da FDS di Roma in occasione del 92° anniversario del 21 gennaio, data di fondazione del Partito Comunista d'Italia.
All'iniziativa saranno presenti numerosi ospiti, tra cui le delegazioni dell'ambasciata di Cuba e Venezuela, nonché l'intervento di saluto di alcuni Partiti comunisti europei.
Partecipate e fate partecipare!
Fraterni saluti
di: Barbara Borzi
venerdì 11 gennaio 2013
La CGIL che vogliamo
Ieri si è svolta, presso i locali messi a disposizione dalla Filcams Regionale, l'assemblea dell'area programmatica CGIL che Vogliamo in Filcams Roma e Lazio.
All'assemblea hanno partecipato numerosi delegati di vari settori (vigilanza, alberghi, pulizie, servizi, terziario, grande distribuzione).
Ha introdotto l'Assemblea il compagno Antonio Baldo (portavoce dell'area) che, dopo un accenno alla situazione politica in fermento per l'avvicinarsi delle scadenze elettorali e la presentazione dell'iniziativa "La nuova Classe Operaia", si è soffermato sulle problematiche che attanagliano il mondo del lavoro, sui ritardi della CGIL nell'opporsi all'accordo sulla produttività (definito da Antonio "Colpo mortale portato dalla classe padronale ai contratti nazionali), sulle ambiguità della Filcams nei confronti degli Enti Bilaterali e sulla necessità dell'area di rilanciare la propria azione con la definizione di alcuni obiettivi minimi: 1) Costituzione di una commissione sugli Enti Bilaterali; 2) Proporre un calendario di corsi di formazione aperto a tutti i delegati; 3) Conquistare definitivamente tutte le agibilità necessarie per la sopravvivenza dell'area stessa.
Sono seguiti numerosi interventi dei delegati presenti che, in estrema sintesi, hanno ribadito i seguenti concetti:
- elaborare un documento dell'Area che fotografi l'attuale situazione politico/sindacale che parta dal ribadire la necessità imprescindibile dell'autonomia della CGIL dalla politica (vedi sponsorizzazione della Camusso a Bersani per le primarie vergognosamente ripetute anche durante i nostri comitati direttivi) e faccia il punto sui contratti (cosa ha fatto la Filcams per contrastare l'accordo separato del commercio?), sull'accordo sulla produttività (cosa sta mettendo in campo la CGIL per contrastarlo?) e sugli Enti Bilaterali (cosa sta facendo la Filcams per garantire trasparenza e partecipazione democratica?)
- è necessario strutturare la nostra area sulla centralità della classe lavoratrice, sulle sue lotte, proponendosi come collante tra quelle che sono in atto cercando di mettere a disposizione dei lavoratori la nostra capacità organizzativa e i nostri strumenti di comunicazione (sito, mail, ecc.)
- organizzare anche insieme ad altri settori della CGIL (Fisac, ad esempio) una mobilitazione contro le terziarizzazioni che, anche a causa della spending review sta colpendo duramente i nostri settori
Le conclusioni non sono consistite nella solita sintesi degli interventi dell'assemblea ma invece si sono concentrate sull'aspetto organizzativo e sull'assegnare alle compagni e compagne che si sono volontariamente offerti compiti. Queste le decisioni prese:
- Antonio e Leonardo metteranno appunto il documento che, dopo essere stato condiviso tra i compagni e le compagne dell'area, verrà presentato nei direttivi
- Manuela, Andrea, Nando costituiscono la "Commissione formazione"
- Spartaco, Edvid e Leonardo costituiscono la "Commissione Enti Bilaterali"
- Federico, Leonardo e Nando si incontreranno per cercare di migliorare il sito dal punto di vista grafico
Antonio Baldo e Leonardo De Angelis - Portavoci CGIL Che Vogliamo in Filcams Roma e Lazio
martedì 8 gennaio 2013
giovedì 3 gennaio 2013
Andiamo Avanti
La
candidatura a premier di Antonio Ingroia è una buona notizia. Lo è per
quanto lui ha fatto da pubblico ministero nella lotta alla mafia, per il
coraggio e per la sete di verità che ha espresso nel suo lavoro di
esame e indagine degli ultimi vent’anni di storia politica dell’Italia,
per il grande valore che questa decisione esprime nella difesa della
Costituzione nata dalla Resistenza. Una candidatura di grande prestigio
che conferisce quindi credibilità a «Rivoluzione Civile»: la coalizione
elettorale composta da una parte significativa delle forze politiche
schieratesi all’opposizione di Berlusconi prima, e Monti poi.
Il
quadro politico generale si è contestualmente chiarito. Attorno a Monti
si tenta di fondare un nuovo centro politico in assoluta sintonia col
PPE, espressione di alcuni significativi settori del capitale finanziario
europeo e di quello italiano, del Vaticano e di una parte dei potentati
economici locali legati all’Udc. Le elezioni, in questo senso,
definiranno gli equilibri e i rapporti di forza con il Partito
Democratico, l’altro attore attraverso cui si tenterà la stabilizzazione
del panorama politico-istituzionale italiano.
Le
condizioni politiche affinché a livello nazionale fosse possibile
trovare un punto d’incontro tra il Pd e le forze della sinistra
comunista e anti-liberista – come da più parti vaticinato – non si sono
determinate. La scelta del Pd di porsi al centro della gestione del
Paese post-berlusconiano nel pieno delle compatibilità indicate
dall’Europa è, al momento, irrevocabile. Di più, è la stessa natura di
quel partito che lo spinge in quella direzione. Nella crisi questo
aspetto diviene irrinunciabile: un confronto chiaro sui programmi non
poteva quindi portare ad alcuna intesa neanche sul terreno tattico.
Vendola, in questo senso, più che il partner di una coalizione appare
sempre di più un «prigioniero»: lui ed il suo velleitarismo, possiamo
dire col senno del poi, sono fra gli elementi che più hanno condizionato
negativamente i percorsi a sinistra dopo il 2008.
La
sinistra di classe, a dispetto dei cinque anni in cui avrebbe potuto
costruire questo passaggio elettorale, evidenzia una grande debolezza:
un’anomalia nel quadro europeo. Quell’autonomia politica che rende
credibile un’ alternativa alla gestione della crisi che il capitale
finanziario ha messo in campo in Europa non l’abbiamo conquistata. I
comunisti del PdCI e del Prc, indeboliti dalla divisione della FdS, si
ritrovano comunque nella stessa coalizione elettorale. Un fatto
apparentemente episodico ma che spiega quanto, aldilà delle tattica
elettorale, la questione dell’unità dei comunisti sia ineludibile: sia i
rapporti di forza che la gestione autoritaria della crisi non possono
che spingere i comunisti in direzione ostinata e contraria ai processi
in atto. Allo stesso tempo, per evitare continui sbandamenti, è
necessario adoperarsi per collocare limpidamente ed unitariamente i
comunisti nel nuovo quadro poitico determinato dalla crisi economica.
Nonostante
tutti i limiti e le colpevoli difficoltà che renderanno durissima la
campagna elettorale, i comunisti e la sinistra devono essere in grado di
incidere sul profilo politico della costituenda coalizione. Occorre
quindi far emergere accanto a quello civico e democratico nobilmente
incarnato da Ingroia una caratterizzazione di classe che si
esprima con una chiara campagna anti-Monti-BCE e con candidature
adeguate. Da questo punto di vista propongo di valutare la candidatura
di una figura proveniente dal mondo del lavoro in lotta che in maniera
complementare possa aiutare a costruire un ipotetico ticket con Ingroia.
In questa o in altre forme questo aspetto va reso il più chiaro
possibile.
Adoperiamoci
quindi, con grande determinazione, per la riuscita di questa campagna
elettorale. Un compito difficile ed arduo per le condizioni in cui ci si
arriva. Allo stesso tempo è bene essere consapevoli che o saremo in
grado, sin dai prossimi mesi, di combattere per ricostruire una lotta di
massa, un Partito comunista ed una sinistra di classe all’altezza della
situazione o saremo condannati ancora all’impotenza per un lungo
periodo. Andiamo Avanti!
di: Fabio Nobile
martedì 1 gennaio 2013
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