giovedì 3 gennaio 2013

Andiamo Avanti




La candidatura a premier di Antonio Ingroia è una buona notizia. Lo è per quanto lui ha fatto da pubblico ministero nella lotta alla mafia, per il coraggio e per la sete di verità che ha espresso nel suo lavoro di esame e indagine degli ultimi vent’anni di storia politica dell’Italia, per il grande valore che questa decisione esprime nella difesa della Costituzione nata dalla Resistenza. Una candidatura di grande prestigio che conferisce quindi credibilità a «Rivoluzione Civile»: la coalizione elettorale composta da una parte significativa delle forze politiche schieratesi all’opposizione di Berlusconi prima, e Monti poi.
Il quadro politico generale si è contestualmente chiarito. Attorno a Monti si tenta di fondare un nuovo centro politico in assoluta sintonia col PPE, espressione di alcuni significativi settori del capitale finanziario europeo e di quello italiano, del Vaticano e di una parte dei potentati economici locali legati all’Udc. Le elezioni, in questo senso, definiranno gli equilibri e i rapporti di forza con il Partito Democratico, l’altro attore attraverso cui si tenterà la stabilizzazione del panorama politico-istituzionale italiano.
Le condizioni politiche affinché a livello nazionale fosse possibile trovare un punto d’incontro tra il Pd e le forze della sinistra comunista e anti-liberista – come da più parti vaticinato – non si sono determinate. La scelta del Pd di porsi al centro della gestione del Paese post-berlusconiano nel pieno delle compatibilità indicate dall’Europa è, al momento, irrevocabile. Di più, è la stessa natura di quel partito che lo spinge in quella direzione. Nella crisi questo aspetto diviene irrinunciabile: un confronto chiaro sui programmi non poteva quindi portare ad alcuna intesa neanche sul terreno tattico. Vendola, in questo senso, più che il partner di una coalizione appare sempre di più un «prigioniero»: lui ed il suo velleitarismo, possiamo dire col senno del poi, sono fra gli elementi che più hanno condizionato negativamente i percorsi a sinistra dopo il 2008.
La sinistra di classe, a dispetto dei cinque anni in cui avrebbe potuto costruire questo passaggio elettorale, evidenzia una grande debolezza: un’anomalia nel quadro europeo. Quell’autonomia politica che rende credibile un’ alternativa alla gestione della crisi che il capitale finanziario ha messo in campo in Europa non l’abbiamo conquistata. I comunisti del PdCI e del Prc, indeboliti dalla divisione della FdS, si ritrovano comunque nella stessa coalizione elettorale. Un fatto apparentemente episodico ma che spiega quanto, aldilà delle tattica elettorale, la questione dell’unità dei comunisti sia ineludibile: sia i rapporti di forza che la gestione autoritaria della crisi non possono che spingere i comunisti in direzione ostinata e contraria ai processi in atto. Allo stesso tempo, per evitare continui sbandamenti, è necessario adoperarsi per collocare limpidamente ed unitariamente i comunisti nel nuovo quadro poitico determinato dalla crisi economica.  
Nonostante tutti i limiti e le colpevoli difficoltà che renderanno durissima la campagna elettorale, i comunisti e la sinistra devono essere in grado di incidere sul profilo politico della costituenda coalizione. Occorre quindi far emergere accanto a quello civico e democratico nobilmente incarnato da Ingroia una caratterizzazione di classe che si esprima con una chiara campagna anti-Monti-BCE e con candidature adeguate. Da questo punto di vista propongo di valutare la candidatura di una figura proveniente dal mondo del lavoro in lotta che in maniera complementare possa aiutare a costruire un ipotetico ticket con Ingroia. In questa o in altre forme questo aspetto va reso il più chiaro possibile.
Adoperiamoci quindi, con grande determinazione, per la riuscita di questa campagna elettorale. Un compito difficile ed arduo per le condizioni in cui ci si arriva. Allo stesso tempo è bene essere consapevoli che o saremo in grado, sin dai prossimi mesi, di combattere per ricostruire una lotta di massa, un Partito comunista ed una sinistra di classe all’altezza della situazione o saremo condannati ancora all’impotenza per un lungo periodo. Andiamo Avanti!

di: Fabio Nobile

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